#2eurox10leggi a la Rete delle Reti

Questa è la lettera inviata all'evento di Roma in occasione della costituzione della Rete delle Reti e letta da Lidia Castellani.

Cara Lidia,
questa lettera è per te, in primis, e per le donne che stanno organizzando con generoso impegno la Rete delle Reti. Non posso dire di scrivere a nome di #2eurox10leggi perché di fatto, #2eurox10leggi non è un'associazione, non è un comitato e non si è mai data un'organizzazione che in modo trasparente e democratico scegliesse funzioni di rappresentanza. Lo dico subito perché ho grande rispetto per i processi democratici, anche e soprattutto all'interno delle associazioni, e credo siano indispensabili per quel diritto/dovere di rappresentanza di cui tutto il movimento femminile, a mio parere, avrebbe bisogno per incidere in concreto nella realtà e nella politica. E lo dico subito perché, in parte, #2eurox10leggi è stato un modo per bypassare il “problema” della rappresentanza dando la parola direttamente alle donne, ma anche a tanti uomini come si è visto in seguito, chiamati a scegliere “dal basso” le 10 richieste di legge che si ritenevano prioritarie per il Paese.

Quindi, se le donne che il 28 gennaio si riuniscono alla Sala della Federazione Nazionale della Stampa Romana decidessero di tener conto dell'esperienza di #2eurox10leggi, ascolterebbero non me, o le donne che con me hanno lavorato più alacremente a questo progetto, ma i quasi 2600 individui, uomini e donne, che in due mesi hanno scelto, votato, commentato, modificato le 10 richieste di legge, andando ben al di là dell'iniziale provocazione (l'acquisto di una pagina di quotidiano).

Richieste di leggi che sono lì, nel sito blog di #2eurox10leggi, e a disposizione di tutte e di tutti. Per la verità la numero 10, quella sul bilancio di genere, dovrà essere sostituita con una richiesta sulla regolamentazione consultori/obiettori di coscienza/aborto, perché così si sono orientate le richieste, mentre il bilancio di genere è stato quasi ignorato, se non del tutto.

E sono lì, nel sito, i contributi video di chi, a Milano il 17 dicembre, in modo autorevole e competente è venuto a raccontare e far conoscere i progetti di legge sulla paternità obbligatoria, sulla conciliazione dei tempi lavori e famiglie, sulla maternità universale, sulla democrazia paritaria, sugli stereotipi di genere, sul conteggio dei contributi per le pensioni delle donne. Sono progetti, questi sì, esistenti, che rispondono in parte a quello che quelle 2600 uomini e donne avevano chiesto. E che soprattutto hanno evidenziato come leggi migliori siano le fondamenta per una società migliore, come evoluzione culturale e legislativa vadano di pari passo. Insomma, parlare di richieste di leggi non è un'operazione fine a se stessa o lontana dalla quotidianità, ma il punto di partenza per cominciare a ridisegnare un Paese a misura anche delle donne e quindi un Paese migliore per tutti.

Certo, non c'è, né c'è mai stata, nessuna pretesa di scientificità in questa iniziativa. Nessun sondaggio Doxa. Ma chiara fin dall'inizio era la volontà di far esprimere la voce delle donne, spesso quelle fuori dalle associazioni, attraverso obiettivi concreti, immediatamente comunicabili. Fin dall'inizio per #2eurox10leggi è stato più importante sperimentare e mettere in buona pratica una nuova partecipazione dal basso, certe che vincere significa non solo conquistare una meta, ma anche costruire un percorso che, se non fa arrivare per prime, ci dovrebbe portare, insieme, lontano.

E andare lontano è l'augurio che faccio a la Rete delle Reti, come lo feci a Se Non Ora Quando e ai suoi annunciati Stati Generali delle Donne, da cui pure tutte siamo ri-partite, ri-trovate, senza per questo, va detto per amor di cronaca, partire e trovarci. Senza nessuna polemica o volontà di recriminazione, devo dire che molte delle associazioni e comitati presenti nella Rete delle Reti furono invitati anche a partecipare a #2eurox10leggi. Non lo ritennero opportuno, mentre lo hanno fatto ripeto, 2600 uomini e donne, fuori dalle associazioni e dai partiti politici certo, ma che pure credo abbiano pari diritto di esprimersi sui quei modi nuovi di fare politica e sull'agenda delle decisioni che la Rete delle Reti si propone ora di definire. Quindi buon lavoro e un solo invito: non dimentichiamoci per che cosa e a nome di chi siamo qui.
Un caro saluto, Manuela Mimosa Ravasio

cosa rimane dell’iniziativa #2eurox10leggi

il testo è un articolo di Laura Preite su Woman's Journal, qui il link

Probabilmente alcune di voi ne hanno sentito parlare (i giornali e la rete ne hanno scritto e molto), numerose avranno anche sottoscritto le quote. In questo blog abbiamo ospitato il banner dell’iniziativa perché l’abbiamo da subito considerata, per i modi e i fini, lodevole. Però #2eurox10leggi si è concluso senza che si raggiungesse il “quorum”, ovvero quel numero di sottoscrizioni che avrebbe assicurato la somma necessaria a comprare una pagina del Corriere della Sera per pubblicare le 10 leggi a favore delle donne, obiettivo per cui era nata la pagina web e che ci si riprometteva di raggiungere entro il 2011. Chiariamo che #2eurox10leggi non aveva nulla a che vedere con l’iniziativa della francese Choisir la cause de femmes, che sta avendo una certa pubblicità in Italia grazie all’Idv che ha deciso di organizzare una serie di interventi per promuovere la “clausola dell’europea più favorita”.

Ma torniamo a #2eurox10leggi. Abbiamo deciso di intervistare una delle promotrici, Manuela Mimosa Ravasio, giornalista, che ci racconta che tipo di esperienza è stata e perché è valsa la pena provarci, nonostante l’obiettivo fosse più che ambizioso. (Se vuoi leggere com’è nata l’iniziativa e perché leggi qui).

Come si è conclusa l’esperienza #2europer10leggi? 
Alla fine le quote prenotate sono state 2.599, corrispondenti a quasi 5.200 euro. Un bel numero, e certo sapevamo che raggiungere le 12500 quote era un’impresa titanica. Ma, subito dopo l’apertura del blog e l’avvio dell’iniziativa, ci siamo accorte che chi aderiva a #2eurox10leggi raccoglieva più che una semplice provocazione, l’acquisto di una pagina di un quotidiano. Chi aderiva a voleva partecipare, provare ad avere un contatto diretto con la politica e accellerarne i processi.  
Quali sono state le leggi più sentite, tra quelle proposte come prioritarie?
Quelle più sentite, scelte e commentate sono state quelle riguardano i temi della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, della rappresentanza e della rappresentazione e dell’educazione di genere. La richiesta sul bilancio di genere invece, è stata quella meno votata mentre dalla rete è emerso un bisogno di regolamentare meglio le questioni che riguardano la presenza dei consultori, l’obiezione di coscienza in tema di aborto, il diritto all’interruzione di gravidanza e la presenza dei consultori.  
Che cosa avete imparato come donne e come attiviste?
Personalmente ho toccato con mano la forza della Rete, la sua capacità di far emergere delle esigenze di cittadinanza e di espressione politica latenti, e che evidentemente non trovano ancora risposta nelle rappresentanze attuali. Parallelamente, bisogna anche ammettere che l’agorà telematica non basta per cambiare le cose. E passare dal divano, dove è pur facile dire, proporre, aderire, ai luoghi dove questo attivismo si fa concreto, è spesso difficile. Molto difficile.
Come donna, anche se #2eurox10leggi è stata un’esperienza che ha coinvolto (e questo è stato senz’altro uno dei dati più positivi) molti uomini, che con competenza e partecipazione hanno affrontato temi che solo per nostra miopia culturale consideriamo di genere, ho avuto solo conferme: e cioè che esistono donne meravigliose, tante, generose, intelligenti, piene di talento e di capacità di una visione diversa del futuro. E altre, per fortuna sempre più in minoranza, che non hanno ancora capito che l’inimicizia tra donne non è questione personale, ma è semplicemente apolitica, e un danno per tutte. Loro comprese.
Cosa pensi dell’associazionismo femminile?
In linea di massima stare insieme per un fine comune è una buona cosa, credo che ci renda cittadine e cittadini migliori. Il problema è che spesso le associazioni finiscono con l’essere piccole corporazioni che fanno fatica ad aprirsi a chi sta fuori. Nel caso dell’associazionismo femminile il problema, se vogliamo considerarlo tale, si mescola a una decennale incapacità di darsi una rappresentanza vera, democraticamente eletta, e per questo veramente in grado di decidere e portare avanti istanze a nome di tutte e tutti. È un tema di cui scrivo spesso nel mio blog ipaziaevviva.com.
Continuerete le vostre battaglie in rete o vi costituirete in associazione, e quali sono le prossime iniziative?
Quanto a #2eurox10leggi, no, non credo che serva un’altra associazione. Ne nascono come funghi e francamente credo che questo sia un segno di fragilità, non di pluralità. #2eurox10leggi, lo ripeto, è stato un mezzo (e non un fine) per far sentire la voce di chi sta fuori le associazioni o che in esse o da esse non si sente rappresentato evidentemente. Per quanto riguarda il futuro, una fondazione milanese ci ha offerto uno spazio per sei mesi gratuito. Le relatrici intervenute la mattina del 17 dicembre al Teatro Verga di Milano erano così entusiaste da voler fare un altro incontro. Ma non abbiamo ancora deciso nulla. Abbiamo, invece, mandato una lettera alle donne che il 28 gennaio si vedranno nella sala della FNSI a Roma per la Rete delle reti delle donne, anche perché, non vorremmo mai che la volontà di quei 2599 donne e uomini che ci hanno sostenuto fin qui, andasse dispersa.